Ufficio Stampa: Un regalo utile, romanzo di Sergio Cardinali
Sulle rive del tempo con in mano una paletta per dolci
Il musicista scrittore ci racconta cento anni di storia
in un’opera che odora di terra e di stagioni
«I luoghi raccontano storie.
Le trovi nel vento, nel cielo puro di aprile, nelle rughe dei vecchi.
Basta fermare il passo, sincronizzare il cuore con la terra e ascoltare.
Ascoltare e raccontare.
La terra è la biblioteca di Dio.»
Le trovi nel vento, nel cielo puro di aprile, nelle rughe dei vecchi.
Basta fermare il passo, sincronizzare il cuore con la terra e ascoltare.
Ascoltare e raccontare.
La terra è la biblioteca di Dio.»
I suoi lettori lo definiscono “una vera scoperta”. Sergio Cardinali
tinge le pagine di quest’opera con tutti i colori del paesaggio che si
trasforma al mutare delle stagioni, le fa vivere attraverso gli umori
dei personaggi di cui racconta, nel percorso di diverse generazioni che
tracciano la vita, le vicende e le passioni di una grande famiglia
contadina che muore e che nasce, passando per i costumi della società
protagonista di ogni momento storico di cui leggiamo le pagine, viviamo i
costumi, sfoggiamo le ricorrenze. A legare i fili incredibilmente
avvolti gli uni agli altri di ogni esistenza, nel corso degli anni che
andiamo sfogliando insieme all’autore pagina dopo pagina nel prezioso
intreccio che ha tessuto con maestria e gentilezza, è un oggetto a prima
vista semplice e di poca importanza, che riveste un ruolo ben definito e
importante tra le mura che vedono susseguirsi nel tempo i colori e gli
amori, dipinti sopra un fondale che rimanda alla tenue tinta del grano,
che caratterizzano i protagonisti coinvolti in questa grande storia
familiare: un regalo, che passa, ritenuto perlopiù superfluo e
riciclato, di casa in casa, e che si rivelerà essere, nell’inaspettato e
sorprendente finale, un “regalo utile”, da cui anche il titolo
dell’opera. Che questo racconto si tinga un po’ di giallo, nel suo
scorrere lungo il torrente del Trabocco?
Si apre con una citazione dai Nativi americani di Capriolo Zoppo, l’opera di Sergio Cardinali, che ricorda: “La terra non appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene alla terra.”
Un riferimento a ciò lo troviamo molto marcato e adeguato,
dall’analogia decisamente arguta, nel rapportare l’uomo a una sontuosa
pianta di rose che, sfidando le interferenze del tempo, sembrava chiaro
non aver bisogno di egli per vivere. La frase che quindi, a inizio
romanzo, sembrava non ricoprire alcun significato particolare, che cita
“La vita di una rosa non ha bisogno de noaltri”, trova un posto
importante nel cuore dei ricordi dei suoi protagonisti quando, anche
senza la mano dell’uomo che apporti vita, essa continua a esistere nel
tempo, così come le parole dell’anziano capostipite della famiglia al
centro di questa storia verranno ricordate senza bisogno alcuno di
recuperarle dalla scatola polverosa della memoria.
Ma come nasce l’idea di
raccontare la concezione della vita che muta irrimediabilmente in un
arco temporale che vede protagonisti i primi anni del Novecento e quelli
a seguire il boom dell’industrializzazione, fino ai giorni nostri,
illustrando mirabilmente l’impatto del panorama cittadino su quello
incontaminato della campagna, fonte di sostentamento e di ricchezza, non
soltanto materiale, che ha trasformato modi di pensare e di agire, di
rapportarsi alla famiglia e alle tradizioni? L’autore soddisfa questa
prima curiosità: «In tutti i miei romanzi la natura e molto
spesso anche le cose sopravvivono agli esseri viventi, e anzi
scandiscono la vita dell’uomo, lo vedono soccombere sottolineando la sua
umana vulnerabilità. Anche gli oggetti più apparentemente inutili
vedono perire chi li ha generati, e riescono candidamente a scavalcare
la linea del tempo e dello spazio. Le cose e la natura hanno un’anima
nelle mie storie, e molto spesso diventano metafora o addirittura
esempio per gli umani. UN REGALO UTILE è un dono, uno stupido oggetto
che passando di mano in mano legherà i fili della narrazione per quasi
un secolo. Il tempo è quindi un altro protagonista della storia. Gli
anni che passano mutano gli esseri umani, le loro abitudini e i loro
pensieri, ma anche la funzione delle cose e della natura. Quel
fazzoletto di terra che prima era lavoro, sudore e sostentamento per le
famiglie contadine, nella seconda metà del Novecento si trasforma in
luogo ameno e pittoresco, adatto alle gite domenicali e ideale per le
uscite scolastiche. I bambini riscoprono tradizioni sopite e vicende del
passato; i loro giochi e le loro voci scomposte si sovrappongono alla
fatica quotidiana e alle passioni dei loro nonni.»
«Perché le storie di paese sono fatte per essere raccontate,
non per essere credute.»
non per essere credute.»
“Un secolo di storia di una
famiglia contadina marchigiana. La guerra, le passioni, l’amore per la
terra ma anche la fuga dalle campagne. Un regalo utile, un dono che
viaggerà di mano in mano per tutto il racconto, scandendo il ritmo della
storia. Un regalo continuamente riciclato che sopravvivrà agli uomini,
diventando testimone di vita e custode silenzioso di un terribile
segreto tramandato di padre in figlio.” Ecco cosa recita la
sinossi ufficiale dell’opera che è stata riconosciuta e premiata con il
2° posto al concorso letterario internazionale PRIAMAR di Savona, al
premio letterario Il Litorale di Massa e al premio letterario
internazionale Marchesato di Ceva (Cuneo) e al 1° posto al IV premio
letterario internazionale “Città di Pontremoli” e al IX premio
internazionale di poesia e letteratura “Città di Recco”.
Ma conosciamolo meglio, l’autore di “Un regalo utile”.
Sergio Cardinali è nato a Jesi (AN), dove attualmente vive. Musicista,
insegnante di scuola secondaria di primo grado e direttore artistico
della scuola musicale “G. B. Pergolesi”, ha pubblicato La Fabbrica dei mondi, commedia musicale per bambini, La Fabbrica dei suoni, testo di educazione musicale per le scuole superiori; ha inoltre scritto tre testi teatrali: L’Orchestra… aspettando il terzo segnale, Lettera a Pergolesi, e Rosso coraggio. Ha pubblicato i romanzi: Fiori primaverili, Le ragazze entrano gratis, Non aveva la faccia, Il bambino che seppelliva chitarre
(premio della giuria concorso letterario Città di Pontremoli,
segnalazione di merito premio internazionale Cinque terre – Golfo dei
poeti, 3° classificato concorso di creatività letteraria Opera uno,
finalista Premio letterario Giovane Holden di Lucca, finalista premio
letterario internazionale città di Recco, premio della giuria concorso
nazionale Città di parole di Firenze). Un regalo utile è il suo quinto romanzo. Ultimo uscito per Edizioni Creativa è invece Alice, il castello noioso,
il suo primo romanzo per bambini, un progetto seriale. L’intenzione
dell’autore è quella di continuare con nuove avventure della
protagonista, Alice.
Tornando nel dettaglio
dell’opera, ecco cosa si comprende durante la lettura: la storia pare
districarsi e distendersi lungo le preziose rive del tempo, si fa forte
di una consapevolezza radicata, come un albero alla sua terra, del
vissuto dei personaggi, delle storie che questi tramandano, del legame
indissolubile tra loro che sembra essere tenuto saldo da una paletta per
dolci che sosta nelle case in cui l’autore tira le tende alle finestre
per lasciarci osservare. Come riesce, Cardinali, con tanta facilità, a
trasmettere questa ricchezza dei personaggi, che si legge bene nella
naturalezza del loro vivere, nell’essenza delle loro emozioni,
nell’esprimersi attraverso i rigori del tempo e delle trasformazioni che
lo percorrono? Trae ispirazione da qualcosa in particolare o,
semplicemente, si tratta di un percorso autorale ricco di influenze sui
temi trattati? «Prima di scrivere un autore deve osservare –
risponde – rubare e emozionarsi per le piccole cose o personaggi che lo
circondano. La terra che racconto è la campagna marchigiana ma potrebbe
essere uno scorcio situato in qualsiasi parte d’Italia. I personaggi
sono completamente creati dalla mia fantasia ma indossano i sentimenti, i
pensieri e i sogni di tante persone che conosco o che ho conosciuto. Lo
scrittore non riuscirà mai ad annullare la sua esperienza e, senza
rendersene conto, inserirà nel testo i colori e le passioni della sua
stessa vita. Nel romanzo la scenografia è rappresentata dal “Trabocco”,
con il suo torrente fonte di vita e il vecchio mulino abbandonato che
evoca storie di altri tempi. Il Trabocco è uno splendido palcoscenico
naturale che posso scorgere dalla finestra della scuola dove lavoro. Un
luogo simbolo di vita per gli abitanti della zona. La storia era già lì,
nelle macerie del mulino, nel suono del torrente, nella varietà di
quella natura. È bastato prenderla, elaborarla, arricchirla di fantasia e
servirla al lettore.»
L’opera di Sergio Cardinali mira
a coinvolgere il lettore portandolo a sentirsi spettatore invisibile di
ciò che accade all’interno di quelle mura domestiche nell’arco delle
stagioni con un impreziosito sguardo sul territorio intorno e la società
di contorno. Ma come prende vita l’idea di una struttura narrativa in
cui ogni elemento inserito volge lo sguardo al passato e fa da tramite
al lettore per una visuale completa di tutta la storia, anche quella che
si lascia intravedere senza essere narrata nei minimi particolari? La
domanda che pongo all’autore, ora è indirizzata a scavare sul come abbia
sentito nascere il ritmo della narrazione e come sia stata organizzata,
di conseguenza, la stesura dell’opera: «Un romanzo può
nascere da un particolare: una frase, un’immagine, un suono, un colore.
In questo caso è arrivato prima il titolo e la curiosa idea dell’oggetto
(il regalo utile) che in pratica racconta la storia. Le parole di una
persona di mia conoscenza in un tranquillo pranzo natalizio e la sua
bizzarra decisione di riciclare un regalo ricevuto, hanno partorito il
filo del romanzo. La storia si è poi plasmata dopo la visione di una
collezione di dipinti di tematica rurale, di un mio carissimo amico,
Andrea Carducci, pittore e illustratore dei miei due ultimi romanzi. Lo
splendido paesaggio della mia terra ha fatto il resto.»
Come, il miraggio della realtà
cittadina, sinonimo di agiatezza, comodità e stimolo, minaccia il solido
legame dell’uomo, fino a quel momento contadino, con la sua terra e le
tradizioni che lo legano a questa? Sembra che Cardinali, attraverso la
scrittura di quest’opera, abbia voluto portare alla luce questo
concetto, pertanto gli chiedo di chiarire al pubblico a quali elementi
abbia ritenuto opportuno dare maggior rilevanza durante la stesura.
Quali, dal suo punto di vista, arriveranno così in profondità nel
lettore da affascinarlo e renderlo partecipe di ciò che ha creduto fosse
importante trasmettere? «La mia non vuole essere una
condanna della modernità, ma solo una constatazione delle differenze
storiche. Il tempo, unico arbitro incorruttibile della nostra storia
umana, ha spazzato una vita semplice e dura nello stesso tempo, per
consegnarci il futuro vestito da elettrodomestici, fabbriche e strade
asfaltate. Sono i protagonisti del romanzo, in maniera diversa, a
sottolineare il cambiamento epocale. Ognuno secondo la propria
personalità e le proprie aspettative di vita. Lo scrittore prende
appunti e registra gli umori dei suoi personaggi. Non voglio lasciare
messaggi ai lettori, ma solo sottolineare l’inadeguatezza degli umani
che negli ultimi 50/60 anni non hanno mutato i loro sentimenti e le loro
sacrosante passioni; hanno solo cercato di raggiungere un mondo troppo
veloce e caotico per la loro esile energia terrena.»
È possibile mettersi in contatto con
l’autore tramite le sue pagine personali e il sito web, come indicato
appena sotto; sarà felice di dare maggiori indicazioni sull’opera a
chiunque ne faccia richiesta.
Un regalo utile
È già disponibile ed è possibile acquistarne una copia a questo link.
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